KAOS
Davanti a lui c’era una strana figura, un uomo il cui aspetto perfettamente curato mal si addiceva alla sua giacca variopinta, evidentemente fatta di stracci. Aveva gli occhi lucidi quando disse: “ Ho scelto te, ragazzo, perché nonostante sia identico a tutti gli altri, le Cravatte non sono riuscite a succhiare tutta la luce dai tuoi occhi, ancora così profondi.”
La situazione era molto confusa, il ragazzo non capiva… dove si trovava? Perché era tutto così... così… non riusciva a descriverlo.
L’uomo continuava: “ Vedo il tuo smarrimento e ti capisco. Per troppo tempo ci siamo tenuti tutta questa bellezza solo per noi, ma adesso è giunta l’ora di lasciarla libera di colorare il mondo.”
Man mano che lo strano individuo colorato parlava, sul volto del ragazzo si dipingevano diverse emozioni, sempre più forti, sempre più intense. E questi sentimenti permisero di cancellare la grigia apatia impiantata a forza nel suo animo. Era un pomeriggio soleggiato e soffiava una leggera brezza, lì nel mondo colorato.
MONO
Trasportato da un’immensa euforia, il ragazzo vagava in quel nuovo mondo. Si fermava lì, poi poco più avanti, poi ancora tornava lì e così via. E ammirava, ammirava tutti quei colori, quei suoni, quei profumi che solo ora incontrava per la prima volta. Ammirava.
Già aveva scordato l’avvertimento dell’uomo colorato:” Non sei solo qua… e se le Cravatte ti scoprono, ti rispediranno immediatamente nel mondo grigio.”
Quella tempesta felice mai vista prima però aveva spazzato via ogni blocco.
Presto il ragazzo fu scoperto infatti dalle Cravatte. Vili, avide, invisibili ma onnipresenti.
Lasciarono laggiù, in bella mostra solo per il ragazzo, il fiore più attraente di tutti, splendido quanto effimero.
Il fiore acritico fece il suo dovere e il ragazzo si spense nuovamente. Povero ingenuo. La velocità con cui si scordò dei colori e di tutta quella bellezza fu un battito di ciglia, così si addormentò ancora nel mondo grigio. Moriva così la speranza dell’uomo colorato di diffondere i colori?
CASUALITY
“Deve pur essere da qualche parte…” pensava la ragazza.
Camminava da ore. Bella, fiera, giovane, decisa; aveva incontrato l’uomo colorato per strada ed era stata subito illuminata. Ora soltanto capiva perché era così a disagio tra quella folla tutta uguale. “ Dove è quell’idiota…” diceva tra se e se… ma finalmente eccolo.
L’uomo colorato non aveva esagerato nel descrivergli il ragazzo. Identico a tutti gli altri, ma i suoi occhi… i suoi occhi avevano una profondità unica. Eppure sembrava di parlare con un muro. Nessun ricordo dei colori, nessuno… anzi no, aspetta… un flashback, vago, molto vago, ma riaffiorava un ricordo. E il ricordo ora cresceva, e si faceva sempre più chiaro, sempre più vivo, così come il ragazzo. Olè! Ci era riuscita, il ragazzo era dei loro.
Ma quella fatica era solo l’inizio del viaggio. Stavolta però non sarebbe stata sola, avrebbe avuto il ragazzo al fianco. E il ragazzo non sarebbe stato solo, avrebbe avuto la ragazza al fianco.
RAINBOW
Avevano seguito le istruzioni dell’uomo colorato e non volevano arrendersi. Il ragazzo e la ragazza avanzavano insieme e scoprivano quel mondo visto per tanti anni ad occhi chiusi. Solo ora vedevano quanto fosse squallido. Solo ora vedevano tutte le cose da cambiare. E questo li spronava ad andare avanti. Ma anche la tentazione di mollare, si faceva forte. La stanchezza si faceva sempre più forte e dell’uomo colorato neanche l’ombra. Dove era? Avevano fatto ciò che gli aveva detto… e dentro di loro cresceva la confusione. E intorno a loro cresceva la confusione. Sempre più, sempre più, e cresceva il dolore, acuto, assordante, insidioso, causato da quella massa apatica che avanzava contro di loro. L’uomo colorato non si vedeva. Dove era? Doveva già essere lì. E dentro di loro cresceva la confusione. E intorno a loro cresceva la confusione. Sempre più forte… troppo forte.
Ma eccolo finalmente, laggiù, lontano, ma era comunque un bagliore di colore. Ma cresceva, si avvicinava si faceva sempre più grande, e da goccia divenne onda che riempì ogni fessura, aprì ogni porta e lavò ogni volto. Era fatta. I colori erano ovunque. CROMOMITO.
Registrazioni: Davide e Diego
Missaggio: Davide
Master: MasterVig Studio
Artwork: Davide e Diego
Ringraziamenti:
Si ringrazia Diego Salvadori, Matteo Michelacci, Marco Annunziata e Giacomo Biagini per averci prestato parte della strumentazione; MasterVig Studio per i preziosi consigli e i favori; Michele Salvadori per l'aiuto con le pratiche burocratiche.
Un ringraziamento anche ad amici, amiche, fidanzate, babbi, mamme, nonni, nonne, zii, zie, ecc... che, seppur indirettamente, sono stati indispensabili per la realizzazione di questo lavoro.
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